Antologia Critica


Si potrebbe dire: "In principio era la luce". Per Paolo Simionato è la luce l'elemento primo dei suoi quadri: quasi una fiaccola che s'accende con bagliori luminescenti schiarendo la notte buia. L'oscurità viene vinta da qualcosa che ha in sé la vitalità del gesto creatore: una presenza che biblicamente ci fa apparire il mondo. Ecco il discorso di base.  Quella di Simionato non è, propriamente, una pittura impressionistica, proprio perché la luce non si sovrappone alla luce, ma prevale sul nero fondo delle tenebre. E una pittura - si potrebbe dire riprendendo un termine adottato per Tintoretto - luministica. E la sua origine non è soltanto naturalistica, ma anche concettuale. Mi diceva l'altro giorno Simionato nel suo studio a Mirano: 'Io vorrei che il quadro vivesse. Perché avvenga questa vita, e si manifesti a noi, l'elemento motore è proprio la luce. Simionato è un istintuale, che si affida inizialmente al caos romantico della notte. Dipinge a sciabolate violente, a macchie nervose, a strisci, a ombre fermentanti: crea cioè il "letto oscuro" da cui la pittura-luce deve nascere. Quindi scatta il tocco subitaneo, come un lampo; ed accende tutta l'immagine, le dona la vitalità dell'apparire, la irrora d'una rugiada che s'infiltra nelle masse scure e arruffate. Allora si riconoscono i luoghi: paesaggi, alberi, case, fiumi, riviere. Ma nel contempo ci si accorge che sono luoghi reinventati dall'artista: luoghi della fantasia. Diciamo dunque che è una pittura di polso, di ascendenza veneziana.  Essa sorge Dalle pulsioni della psiche, facendosi largo dai recessi della memoria visiva. La gestualità magari nei gialli, nei rossi. negli azzurri; segue ritmi che sono quelli della fantasia: vuole creare un'atmosfera magica, fluida, sempre mobilissima. Le schegge di luce ci propongono una natura che, alla stregua di certa pittura settecentesca, da Magnasco a Guardi, appare e dispare con Bagliori improvvisi... Questi, almeno, sono i quadri più belli di Simionato: un po' scenografici, forse stregoneschi, certamente spiritati. Poiché la partenza è dalla sensibilità luministica, occorre dei pari una sensibilità per accedere a questi "notturni" estrosi.  Non si può restare inerti. Da autentico veneziano Simionato sfalda la forma, la frammenta è la dissolve; poi la ricostruisce secondo il suo istinto. Riusciamo a seguirlo in questo giuoco? Lui, Simionato, ci ammonisce: Dipingo quello che ho dentro". Dunque, sono paesaggi che provengono dai recessi psichici più che dal nervo ottico. Non si possono fermare, cioè fissare. Cerchiamo di accoglierli seguendo la loro stessa motilità nervosa. Deve scattare qualcosa. Allora tutto quel fermentare di forme luminose finirà per aggregarsi nell'organicità dell'invenzione.                                                                    

Paolo Rízzi

 

 

 

….”I’ mi son un, che quando

Amor m’ispira, e a quel modo

ch’ei ditta dentro vo significando”

(Purgatorio canto xxiv)

 

Non in versi come il divino poeta, ma in colori e linee, Paolo Simionato esterna il suo profondo amore per l’arte; linee e colori che nella sua produzione artistica assumono le funzioni dei suoni della musica e ne condividono le palpitanti vibrazioni. Ogni artista ha il suo modo da descrivere

Come ogni epoca ha una sua particolare visione della realtà. Mondi e visioni che sono i vere artisti,  consci delle proprie intuizioni e dei propri mezzi, riescono a fissare nelle loro opere. Paolo Simionato è probabilmente uno di questi artisti,  ed il mondo che egli fissa è un mondo pieno di fiori, di fronde di paesaggi, di acque, il tutto soffuso da un cromatismo contenuto in qui si leggi una trepidazione nascosta,  un guizzo romantico, un felicità nel tocco del colore, un inno alla natura e dunque alla vita stessa.

Toni caldi, aria, luce sono i fili conduttori delle sue pennellate, le presenze  più  insistenti delle sue opere, attingenti energia  dalla cristallinità del suo animo.

Simionato ci fa capire che l’arte non è fine a se stessa, ma parte integrante dell’intelletto  umano, il mezzo più sublime   per esprimere sentimenti, per mobilitare le cose semplici dell’umanità.

Pur vivendo in cui le tensioni del vivere quotidiano trasformano in acciaio le vene e il cuore degli uomini, il Simionato  è in grado, con i suoi quadri, di offriti  messaggi di bellezza, di armonia e di aeree trasparenze. A queste mete il pittore è giunto d’istinto,  spontaneamente, al di là di ogni moda o scuola.


Maria Longo

 

 

 

Dotato di una notevole sensibilità artisticà. Paolo Simionato, va accuratamente elaborando da anni, con impegno e fedeltà ai dati d’atmosfera, la propria peculiare paesaggistica assunta sotto il segno di un messaggio di penetrante lirismo.

E una pittura che nasce da uno stimolo umano e genuino, oltre che da quell’amore per la vita che fa tutt’uno con quello per l’arte, e si manifesta nella volontà di creare una sintesi espressiva espressiva, un linguaggio che meglio si adatti agli impulsi che gli nascono dentro.

Simionato si conduce così  alla scoperta della vera natura del paesaggio filtrando la visione attraverso la cristallinità di una  attenzione proveniente dall’intimo.

La vibrante sensibilità cromatica che lo caratterizza si esalta nella resa di una luminosità soffusa che ogni pennellata pare misteriosamente riverberare quell’energia prima attinta dalla limpidezza di uno spirito alieno da ogni sorta di contaminazione ecologica e sociale. Al suo mondo di freschi fiori e lussureggiante vegetazione, di trasparenti acque e quiete vallate sottende una tavolozza ricca di colori caldi, palpitanti vibrazioni quasi musicali ma anche echeggianti quell’invito alla serenità e all’introspezione che costituisce per l’epoca contemporanea il più inquietante dei messaggi. La lucidità razionale che tenta di ricomporre una realtà sfuggente frammentaria ma soltanto incidendola maggiormente, sezionandola e analizzando.”Una indagine spietata che ritrova l’unità” nella visione poetica finale quando l’emotività  si libera delle costipazioni culturali ma anche si  purifica dalla propria dogmaticità, abbandona ogni complicatezza e drammaticità, pur mantenendone,forse a monito, la forma, per accertarsi più serenamente.

Un’arte informale  la cui gestualità, comunque, nulla toglie  al carattere cocente della raffigurazione naturalistica. Lo scorrere  libero del segno tenta di ricalcare il reale, come l’urgenza di una irrazionalità sui generi si fa azzardata ipotesi di un nuovo modello nazionale,sintesi delle esigenze specifiche dell’individuo e del suo infinito tendere verso  una realizzazione spirituale. La costante presenza di un dimensione interiore, la concessione “ catartica” dell’arte, il senso della ricerca  e il bisogno di riconciliare l’uomo con sé ma anche    con il mondo, fanno dell’opera di quel coacervo di problematiche filosofiche e artistiche che caratterizzano l’epoca contemporanea.  


Anna Renda

 

 

 

La figurazione risente maggiormente di un gestualismo materico assurto a sostanza stessa delle cose e a “motivo”, giacché la tensione vi imprime  impeti affidati agli svolgimenti dei percorsi al di sopra e al di sotto della traccia centrale, lungo la quale le forme si aggregano. Colori e segni si combinano tuttavia in struttura logica per organizzare i ritmi e le fluente, i rapporti immediati e la piena evidenza della superficie in campiture e luminosità.

Il colore sonorizza gli accostamenti e dall’impostazione della dominante cromatica scura di fondo scaturisce l’invenzione dell’originale ed autonomo equilibrio tonale, sempre diverso, mai dimentico delle diverse assonanze. Gli spessori e il largo dominio della luce aumentano l’esuberanza delle paste cromatiche. Cosi, ad esempio, nella “ corteccia”, il dato reale è solo un accenno, o una  rivisitazione memoriale, simbolica. L’immagine, non escluse “le rose” e “la natura morta”, rappresenta sempre un movente “ individuante” stabilito sull’unitarietà del soggetto.

I nuclei, i gesti, i segni, le macchie, le accensioni umorali si allargano nello spazio, in ogni loro valenza specifica. Toni e controtoni, chiaroscuri, valori plastici, vitalità e densità, idee ,  suggestione, pause  evocano l’inafferrabilità sfiorando  il fantasioso nelle atmosfere incupite. E’una “autre manière” di utilizzare  insieme emozionalità e sensibilità. I contrasti completano l’armonia piuttosto di evidenziare le singole parti ed allora non è più la realtà a configurarsi, bensì la pittura nell’essenza totale. Le qualità espressive del rosso, dei gialli, intercalanti dai brevi azzurri e dai verdi reinvestano   e condensano gli elementi visivi, a loro volta condizionata da un dettato interiore, non indulgendo nella forma, ma nel respiro dell’esperienza e della grande pittura


Giulio Gasparotti


 

Il mondo linguistico e tonale di Paolo Simionato si sviluppa in termini sempre continui, con evocazioni sottilmente allusive di una realtà in divenire. La sua gioiosa disponibilità al colore si manifesta nelle sue tele con una ricchezza sottile ed inquietante. Colore come vita e come annotazione nervosa di stati d'animo, quasi depisisiani, poesie sparse, bloc-notes, sedimentazioni, momenti di gioia, di sottile incantamento. Una felicità visiva si sviluppa in queste opere con l'assoluta volontà di narrarci il suo io più intimo e nascosto, il suo bisogno di comunicare attraverso colori intensi e vivi, un mondo poeticamente espresso e deciso. Senso policromo dei colore, poi, vuoi anche dire capacità di comprendere ed amare un mondo che viene modificato dalla pagana luce estiva. Il suo pennello descrive momenti di dolcezza inenarrabile, di stati particolari di estasi, ricchi di abbandoni e di sedimentazioni poetiche. La sua opera cosi diviene confessione, momento catartico, felice accettazione panica di una realtà che spesso potrebbe manifestarsi ostile. E una pittura densa di significati e pregna di una lezione meravigliosa, quella dei silenzio.   La giusta chiave di lettura è proprio il silenzio , poiché in tale Koinè lo spazio e la luce hanno una loro forza dirompente quasi fosse una galassia in espansione, un momento magico di sutura tra cronaca e storia, divenendo testimonianza. La nota particolare di Paolo Simionato è che la tela (l'inespresso o potenziale esprimibile) si anima, si fa essa stessa partecipe dell'opera creativa del pittore, secondo armonie e rapporti cromatici che il lettore scoprirà, meritandoselo, secondo non schemi fissi, ma momenti di contro e di approccio singoli.

E' così che Simionato ci esprime il suo dono, e francamente, quale dono!


Marío Stefaní

 

 

 

Paolo Simionato, personaggio introverso e nervoso, come egli stesso ama definirsi, dipinge con pennellate veloci e sicure, nervosamente manovrate dai suoi stati d’animo. Dal suo animo esplodono visioni di “gelosi racconti”, trascritti attraverso un linguaggio pittorico fatto di squarci e screpolature. E’ un movimento intenso e carico di forza espressiva, quando trattasi del paesaggio, del bosco o delle cortecce degli alberi; e più sereno e con accenti di estrema dolcezza poetica quando da esso emerge un fiore (esile ed allungato come segno di vita nella libertà); o la natura morta (che l’artista ce la mostra “viva” con melegrane ancora appese al ramo del melograno).

L’artista Paolo Simionato, è estremamente geloso della sua costante e sofferta ricerca creativa. Tramite l’ispirazione scava profondamente all’interno del suo animo per sradicare le proprie emozioni. Egli si racchiude nel suo studio, uscendo all’aperto …solo per recepire la luce… Una luce, che deliziosamente porta tra: angoscia, gioia e speranza nei suoi quadri, per suggellare e sublimare l’immagine che racchiude il messaggio ideale dei valori e della spiritualità della vita. Da queste sue splendide immagini, emergono le emozioni, il sentimento romantico, la poesia, la luce. Ed emerge in tutta la sua trasparenza, la ricchezza di una cultura che si coagula all’estro creativo dell’artista.


Secolo d’Italia

Orfango Campigli

 

 

 

Le sue opere si distendono ai nostri occhi, con felicità narrativa e tonale di tutto riguardo. Pittura d’annotazione, quasi la tela fosse un ampio bloc notes , dal respiro felice e di una mano sicura e decisa nel ”narrare” l’inter del suo animo. Una mostra per la sua intrinseca musicalità, sarebbe piaciuta certamente a Filippo  De Pisis. E un discorso coerente, che il pittore va approfondendo  da molti anni e direi, con risultati più che positivi. L’estasi, l’ebrezza del colore lo pervade senza soffocarlo. Le letture di queste opere hanno una chiave e un riferimento preciso, legato al valore policromo che egli attribuisce alla realtà; essa è “ tutto colore”, non verità oggettiva, ma espressione di una sensibilità di canto legata ad esso.


Marío Stefaní

 

 

Il Simionato, operando inversamente con una grande forza costruttiva, immediata e piena di amore per la vita, tende a cogliere il positivo. La sua freschezza pittorica trasmette un’immagine interiore non contaminata. L’uso di mezzi linguistici considerati ormai superati è riscattata da questa indubbia sincerità espressiva.


                                                                                                                             Alberto Cavallai

 

 

Autodidatta, va elaborando da anni un proprio linguaggio espressivo collaudato  da un’assidua e costante attività pittorica che lo vede presente nelle maggiori manifestazioni artistiche locali,’regionali e in diverse rassegne nazionali, ottenendo primi premi, riconoscimenti e citazioni.. Ha allestito numerose mostre personali e collettive, anche per invito,in diverse città d,Italia. Di lui si è occupata la critica più qualificata e recenzioni e articoli sono apparsi in quotidiani e riviste.Sue opere figurano in importanti raccolte pubiche e private..

 

Paesaggi, nature morte, (rose), la riviera del Brenta, sono rappresentati con trasparenze e luminosità settecentesce. Erede felice di una grande tradizione Paolo Simionato ci offre una pittura estrosa, raffinata, ricca romanticamente di gestualità e di impulsi, che si fa racconto di un notevole impianto intuitivo creativo.  Gligli parla di accensioni cromatiche e Joos di guizzi luminosi, Gasparotti del respiro de colore. Rizzi afferma che il motore primo è la luce.

                                                                                                                             

Marío Stefaní

 

 

Simionato Paolo i suoi quadri appoggiano sulla centralità di un soggetto, che diventa punto di espansione di diversi elementi complementari, caratterizzando un percorso lungo il quale le forme si aggregano, i colori e i segni si combinano, riflettendo un equilibrio di toni ed una luminosità originale.


Lidia Marzetto

 

 

Ormai è più di una "moda" o di una scuola: e una tradizione ben radicata e vitalissima che ha fatto inizialmente da spalla alla stupefacente stagione buranella innervando poi nelle campagne, sui colli, tutto un fermento di idee e di iniziative coltivate da un sempre più numeroso esercito di pittori di terraferma. Le radici sono penetrate in profondità in una terra generosissima, ed hanno fruttificato con ritmo sconcertante. Ecco Paolo Simionato: uno dei più fertili e sensibili interpreti di questo "movimento' che fa parte 'ormai della storia artistica non solo veneta. Interprete affettuoso ed entusiasta di un panorama fatto di piccole cose, racconta senza retorica, giardini, scorci di orti di verzure, alberi, strade di periferie; un'intimità casalinga mantenuta su toni smorzati, illanguidita dentro un'atmosfera di tardo pomeriggio estivo. Candore, una prospettiva che si dilata a fatica oltre l'orizzonte di casa, una pittura animata da un'istintività ingenua ma calorosissima e soprattutto mai banale, perché fedele ad una carica emotiva che si esprime attraverso un linguaggio scoppiettante, sanguigno, fatto di tocchi brevi, rapide fiorettate, guizzi luminosi. Intuisci un hinterland stimolante e prezioso di suggerimenti ma Simionato rimane fedele a se stesso specie quando lascia libertà alla fantasia e alla felicità del canto cromatico. Una poesia lieve e dolcissima, la sua, perché sincera.


Roberto Joos

 

 

 

Paolo Simionato è uno dei paesaggisti veneti di più alta qualità. La sua pittura, gestuale ed estrosa nel segno, affonda le radici nel luminismo veneto (Tintoretto) aprendolo ad una dimensione che sfiora in certi casi l’informale.

                                                                                                                        

Il Gazzettino

Paolo Rizzi

 

 


Seminario San Pablo De Rauquen
Diocesi de Talca
Cile


Carissimo Paolo
Molte volte ho cercato un tempo per prendere in mano la penna e scriverti alcune parole di gratitudine.
La pittura meravigliosa che mi hai regalato, durante il mio breve soggiorno in Italia, è riuscita ad essere un capolavoro all’altezza dei grandi pittori contemporanei.
Così è stata valutata da vescovi e sacerdoti che sono riusciti a scoprire nell’epressione del volto di Gesù sofferente un profondo linguaggio religioso che interpreta la forza interiore e la pace del Cristo Crocifisso.
Straordinario
Ti racconto solamente questo: un Vescovo è rimasto quindici minuti con gli occhi fissi per contemplare la eccezionale espressione del volto di Gesù.
Congratulazioni e grazie.
Dio ti benedica.
Le tue opere sono preghiera , adorazione e lode a Dio. Un abbraccio e saluti a tutti i tuoi cari.

Con molto affetto 

P, Luigi Barbiero

 

 

Paolo Simionato

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